La Data Presunta del Parto: facciamo chiarezza

17 Aprile 2024

Durante il meraviglioso viaggio della gravidanza, una delle domande più frequenti è: “Quando nascerà?” La risposta a questa domanda arriva sotto forma di una stima chiamata “data presunta del parto” (DPP). Tuttavia, è essenziale comprendere che questa data è solo un’indicazione approssimativa e non una scadenza precisa.

Come si calcola la data presunta del parto (DPP)?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), una gravidanza è considerata a termine tra la 37ª e la 42ª settimana. Ciò significa che il bambino può arrivare in qualsiasi momento durante questo periodo che si estende per oltre un mese. La data presunta del parto viene calcolata in base alla durata media della gravidanza, che è di circa 40 settimane o 280 giorni dal primo giorno dell’ultima mestruazione. Tuttavia, solo una piccola percentuale (circa il 5%) di bambini nasce esattamente alla data prevista.

Cosa influenza la data presunta del parto (DPP)?

Il concetto di “datare” la gravidanza in questo modo risale a moltissimo tempo fa, quando un medico ostetrico tedesco nel 1800 notò quale era la media delle gravidanze di quei tempi. Tuttavia, l’idea che questa regola possa essere applicata a tutte le donne in gravidanza – in età giovane o più avanzata, nullipare o multigravide, e per tutte le etnie mondiali – è poco credibile. È stato riscontrato che diversi fattori influenzano in modo significativo la durata della gravidanza, tra cui l’etnia, le variazioni del ciclo mestruale, la durata dell’ovulazione e la parità (numero di gravidanze precedenti).

Nulla, nella condizione umana, è standard ed è assolutamente normale che le donne abbiano gravidanze di durata diversa. Alcuni bambini possono essere perfettamente sani e nascere a 37 settimane, altri possono avere bisogno di più tempo e nascere a 42 settimane ed essere comunque sani. Un altro dato curioso da tener presente è che nella maggior parte dei paesi Europei una gravidanza media a termine è considerata a 40 settimane, ma per esempio, in Francia o in altri paesi nel mondo, è a 41 settimane, il che dimostra che non esiste una coerenza globale.

Inoltre, datare la gravidanza dalla data dell’ultima mestruazione non è accurato perché non tutte le donne hanno cicli della stessa durata e il periodo dell’ovulazione varia molto da donna a donna.

Probabilmente ti starai chiedendo “e se conoscessi la data esatta del concepimento?”: anche qui non c’è una certezza assoluta, il concepimento può avvenire qualche giorno dopo perché gli spermatozoi resistono per alcuni giorni e magari quel giorno non stavi ovulando.

In aggiunta, sappiamo che le ecografie non sono accurate al 100%: c’è un margine di errore nella datazione precoce. Le misurazioni che si effettuano nella prima ecografia (tra l’11° e la 14° settimana) daranno comunque un’indicazione più precisa sulla DPP rispetto a quella dalla data dell’ultima mestruazione.

In realtà c’è solo una persona che conosce la data precisa ed è il/la bambino/a! Pertanto, porre tanta enfasi sulla DPP non fa altro che causare stress, che è molto dannoso durante la gravidanza e in particolare verso la fine.

DPP: cosa fare nelle ultime settimane di gravidanza

Lo stress generato da questo “concetto di data di scadenza”, che proviene sia da familiari/amici che da operatori sanitari, costruirà nella mente della madre l’idea di un “bambino in ritardo” e di conseguenza inizierà ad avere pensieri negativi come “perché il mio bambino è in ritardo?” o “cosa c’è di sbagliato nel mio corpo?”.

Lo stress non fa altro che alzare l’adrenalina e di conseguenza abbassare l’ossitocina, fondamentale nelle ultime settimane di gravidanza. Più pressione viene esercitata sulla mamma, minore è la probabilità che entri in travaglio.

Alla luce di tutto ciò, sarebbe molto più utile pensare alla parte della gravidanza dopo la 40° settimana come a un “tempo bonus” in cui puoi goderti il tempo per fare qualcosa di bello e come un piccolo regalo per te stessa (mangiare fuori con un’amica, andare dal parrucchiere, regalarti un massaggio rilassante, fare delle belle passeggiate nella natura, insomma qualsiasi attività’ che aiuti a rilasciare ossitocina e a “staccare la mente”).

All’avvicinarsi della 42° settimana il tuo medico ti consiglierà un’induzione al parto. Ad oggi, per le gravidanze fisiologiche, non c’è una data precisa raccomandata su quando iniziare; alcuni ospedali la consigliano a 41 settimane, alcuni 10 o 11 giorni dopo la DPP. Ricorda che le linee guida italiane raccomandano che: “Le scelte della donna devono essere considerate parte integrante nel processo assistenziale”. Parlane sempre con il tuo medico o la tua ostetrica, hai diritto ad essere informata con conoscenze basate sull’evidenza scientifica!

In conclusione, la data presunta del parto è un’importante indicazione durante la gravidanza per pianificare e prepararsi all’arrivo del/a bambino/a, ma è importante ricordare che lui/lei arriverà quando sarà pronto/a. Ogni gravidanza è unica e il/la piccolo/a sceglierà il momento giusto per il suo ingresso nel mondo. Quello che conta davvero è concentrarsi sul suo benessere e quello della mamma durante questo straordinario viaggio verso la genitorialità.

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