Le ultime raccomandazioni OMS per un’esperienza di parto positiva

6 Ottobre 2023

Nel 2018 sono state pubblicate le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sul parto, per garantire che in tutto il mondo vengano applicati standard di assistenza alla gravidanza e al parto fisiologici.

Davanti a una crescente medicalizzazione dell’evento nascita, L’OMS identifica 56 indicazioni basate su evidenze scientifiche con lo scopo di ridurre il numero dei tagli cesarei e di tutti quei tipi di interventi medici non necessari in caso di fisiologia, che possono incidere sull’esperienza della nascita e che andrebbero riservati solamente a situazioni a rischio o complicate.

Durante il travaglio, l’uso routinario di alcune procedure, non prive di rischi, interferisce sia con la capacità innata di partorire sia con l’esperienza materna, dando luogo a complicazioni che, nei casi più gravi, sono accompagnate da vissuti di violenza, traumi e depressioni. Per questo motivo l’OMS ha deciso di elaborare una serie di raccomandazioni per un’esperienza di parto positiva, definendo un insieme di norme di buona pratica per l’assistenza ai parti fisiologici.

Le raccomandazioni riguardano non solo gli aspetti clinici della gestione e dell’assistenza durante il travaglio e il parto, ma focalizzano l’attenzione anche ai bisogni psichici ed emozionali delle donne; promuovono il rispetto dei diritti umani e delle scelte di ciascuna donna, seguendo una filosofia centrata sulla donna.

Secondo la definizione dell’OMS, l’esperienza del parto è positiva quando i valori personali e socioculturali della donna sono rispettati, così come le sue aspettative di partorire un bambino sano in un ambiente sicuro, con il supporto continuo e qualificato di professionisti empatici e in presenza di un accompagnatore/trice di libera scelta.

La chiave per ridurre il tasso di medicalizzazione consiste nell’esatta comprensione della fisiologia del parto e nel rispetto dei bisogni primari della partoriente che, come tutti i mammiferi, ha bisogno di intimità, di sentirsi al sicuro e protetta. Nell’essere umano, la condizione di protezione dipende dalla percezione della propria sicurezza sia fisica che psichica.

L’OMS promuove un’assistenza al parto essenziale e rispettosa, distinguendo tra interventi necessari e non necessari sulla base delle evidenze scientifiche. Le 56 raccomandazioni, di cui 26 nuove e 30 riprese da precedenti linee–guida, sono suddivise secondo le fasi del parto. Queste raccomandazioni hanno dimostrato di avere un impatto positivo sull’esperienza di parto.

Il diritto a un’esperienza di nascita positiva include:

  • Rispetto e professionalità
  • Comunicazione chiara ed efficace da parte dei professionisti sanitari lasciando alla donna il diritto e la possibilità di scegliere:

– Il compagno/a di nascita che vuole durante il travaglio

Le strategie per alleviare il dolore

– Libertà di movimento durante il travaglio e scelta di posizioni libere durante il parto

Il diritto a un’esperienza di nascita positiva

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Con queste ultime raccomandazioni, l’OMS ha introdotto due importanti novità che riguardano la definizione di travaglio e la rivalutazione dello standard di dilatazione di 1cm/ora, riconoscendo che ogni travaglio/parto è unico e che la durata del travaglio varia di donna in donna.

Lo standard di dilatazione cervicale di 1 cm/h viene definito come non realistico. Le raccomandazioni tengono conto sia delle caratteristiche “comuni” sia della singolarità di ogni donna, proponendo una durata indicativa del parto, ma sottolineando anche la variabilità della fisiologia individuale: se la salute della madre e del bambino non è in pericolo, una progressione più lenta di 1 cm all’ora non costituisce DA SOLA un’indicazione all’intervento.   

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Alla base di un modello di assistenza di qualità non dovrebbero mai mancare l’informazione e la consapevolezza. La donna va infatti informata sulla durata del travaglio e del parto, sulla possibilità di insorgenza di rischi che richiedono monitoraggio e medicalizzazione.

Quando gli interventi sono necessari e voluti, inoltre, deve essere garantito il diritto di prendere decisioni da parte della donna e di essere protagonista attiva della sua esperienza di parto. La comunicazione è sempre la chiave.

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Assistenza durante il travaglio e parto:

  • Si raccomanda un’assistenza alla maternità rispettosa per tutte le donne, in modo da mantenere la loro dignità, privacy e riservatezza, garantire la tutela da eventuali rischi e maltrattamenti e consentire una scelta informata e un sostegno continuo durante il travaglio e il parto;
  • Un accompagnatore di fiducia è consigliato a tutte le donne durante il travaglio e il parto;
  • È raccomandata una comunicazione efficace utilizzando metodi semplici e culturalmente accettabili.

Primo stadio del travaglio

Il primo stadio di travaglio si distingue in fase latente (o prodromica) e fase attiva (o dilatante).

L’OMS definisce lo stadio latente come il tempo caratterizzato dall’inizio di contrazioni uterine dolorose e cambiamenti variabili della cervice, compresa una progressione più lenta della dilatazione fino a 5 cm.

Lo stadio attivo è caratterizzato invece da contrazioni uterine dolorose e regolari, un significativo grado di appianamento cervicale e una dilatazione cervicale più rapida da 5 cm fino alla dilatazione completa.

Questa è una delle principali novità introdotte (le linee guida NICE parlavano precedentemente di 4 cm).

  • Le future mamme dovrebbero essere informate che non è stata stabilita una durata standard della fase latente e che può variare notevolmente da una donna all’altra. Tuttavia, la durata dello stadio attivo (da 5 cm fino alla dilatazione completa della cervice) di solito non supera le 12 ore nei primi figli e non supera le 10 ore nei successivi.
  • L’uso di interventi medici per accelerare il travaglio e il parto (come l’ossitocina o il parto cesareo) prima di questa soglia (5cm) non è raccomandato, a condizione che le condizioni fetali e materne siano rassicuranti.
  • Nei travagli spontanei, la soglia di dilatazione cervicale di 1 cm/ora durante lo stadio attivo non è accurata e quindi non è raccomandata per identificare la normale progressione del travaglio. Un tasso di dilatazione cervicale inferiore a 1 cm/ora non dovrebbe costituire DA SOLO un’indicazione di routine per un intervento ostetrico.
  • L’esame vaginale è raccomandato ogni quattro ore per le donne a basso rischio.
  • La cardiotocografia continua non è raccomandata per la valutazione del benessere fetale in donne sane in travaglio insorto spontaneamente, sia al ricovero che durante il travaglio.  Per questa categoria di donne è invece raccomandata l’auscultazione intermittente della frequenza cardiaca fetale con un dispositivo ecografico Doppler o uno stetoscopio fetale Pinard.
  • Per le donne a basso rischio si raccomanda l’assunzione di liquidi e cibo durante il travaglio.
  • Si raccomanda di incoraggiare il mantenimento della mobilità e della posizione eretta durante il travaglio nelle donne a basso rischio.

Secondo stadio del travaglio

Il secondo stadio del travaglio (o fase espulsiva) è definito come quel periodo di tempo tra la dilatazione completa cervicale e la nascita del bambino, durante il quale la donna ha uno stimolo involontario ad abbassarsi (e di spingere), a causa delle contrazioni espulsive.

Anche in questo caso, le donne dovrebbero essere informate che la durata del secondo stadio del travaglio varia di donna in donna. Il primo parto è di solito completato entro 3 ore, mentre i parti successivi di solito entro 2 ore.

  • Per le donne sia con analgesia epidurale che senza, si raccomanda di incoraggiare l’adozione di una posizione a scelta della donna, comprese le posizioni erette.
  • Le donne nella fase espulsiva dovrebbero essere incoraggiate a seguire il proprio impulso a spingere.
  • L’uso routinario dell’episiotomia NON è raccomandato per le donne che partoriscono spontaneamente per via vaginale.
  • L’applicazione di una pressione manuale sul fondo uterino per facilitare il parto durante il secondo stadio del travaglio NON è raccomandata.

Terzo stadio del travaglio (espulsione della placenta)

  • Si raccomanda l’uso di farmaci uterotonici (ossitocina) per la prevenzione dell’emorragia post partum.
  • È raccomandato il clampaggio ritardato del cordone ombelicale, non prima di 1 minuto dalla nascita per migliorare la salute infantile e il suo supporto nutritivo.

Assistenza al neonato

  • I neonati senza complicazioni dovrebbero essere tenuti a contatto pelle a pelle con la madre durante la prima ora dopo la nascita per prevenire l’ipotermia e promuovere l’allattamento al seno.
  • Tutti i neonati, compresi quelli di basso peso alla nascita, che sono in grado di allattare, devono essere allattati al seno il prima possibile dopo la nascita, quando sono clinicamente stabili e quando la madre e il bambino sono pronti.
  • Il bagnetto dovrebbe essere ritardato fino a 24 ore dopo la nascita. Se ciò non è possibile per motivi culturali, il lavaggio deve essere ritardato di almeno sei ore.
  • La madre e il bambino non devono essere separati e devono rimanere nella stessa stanza 24 ore al giorno.

Assistenza alla donna dopo il parto

  • Tutte le donne dopo il parto devono essere sottoposte a una valutazione di routine che comprende il sanguinamento vaginale, le contrazioni uterine, altezza del fondo uterino, temperatura, pressione sanguigna e frequenza cardiaca nelle prime 24 ore, a partire dalla prima ora dopo il parto. La minzione essere documentata entro sei ore.
  • L’uso dell’antibiotico di routine, nelle donne con o senza episiotomia, NON è raccomandabile.
  • Dopo un parto vaginale non complicato in una struttura sanitaria, le madri e i neonati sani dovrebbero ricevere assistenza nella struttura per almeno 24 ore dopo il parto.

Si ricorda che le citate raccomandazioni non sono esaustive ma si è voluto riassumere quelle principali. Per la consultazione completa clicca qui. 

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